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Buster Keaton o Charlie Chaplin? 105 minuti di felicità Cattolica

CattolicaSpettacoliMartedì 17 Gennaio 2017 • Ore 21:00

Martedì 17 Gennaio ore 18:30 e 21:15
in collaborazione con Cineteca di Bologna e Comune di Cattolica
presentiamo Charlie Chaplin vs Buster Keaton.
È meglio la felicità possibile di Chaplin o il cinema impossibile di Keaton? È come chiedersi se era più bravo Leonardo o Michelangelo: possiamo solo godere dei loro capolavori! Due classici della storia del cinema in un doppio programma in versioni restaurate. Da un lato, il celeberrimo The Kid – Il monello, capolavoro eterno con cui Chaplin, per la prima volta, fece ridere e piangere gli spettatori di tutto il mondo, mescolando farsa e poesia, melodramma e comicità, e raccontando la condizione umana e i suoi sentimenti più profondi attraverso la storia di un bambino abbandonato e di una famiglia reinventata. Dall’altro, uno dei film più incredibili di Keaton, Sherlock Jr. – La palla n° 13, nel quale il geniale comico dall’espressione impassibile è un proiezionista aspirante detective che sogna di entrare e uscire dallo schermo cinematografico in un susseguirsi di gag surreali e irresistibili. Chi vincerà per gli spettatori di oggi?

THE KID
Il monello, USA 1921
un film di Charles Chaplin
Durata: 60'
Versione del film: Didascalie inglesi con sottotitoli italiani
Sceneggiatura e Musica: Charles Chaplin.
Fotografia: Roland Totheroh.
Montaggio: Charles Chaplin, Roland Totheroh.
Scenografia: Charles D. Hall.
Interpreti: Charles Chaplin (il vagabondo), Edna
Purviance (la madre), Jackie Coogan (il bambino),
Tom Wilson (poliziotto), May White (sua moglie), Carl
Miller (pittore), Henry Bergman (guardiano del
dormitorio), Chuck Reisner (bullo), Lita Grey (angelo),
Albert Austin (uomo nel dormitorio).
Produzione: Charles Chaplin per First National.
Scheda Film
Del Monello conosciamo già tutto. Sappiamo, ad esempio, che per salvare i negativi del film che rischiavano il
pignoramento in attesa della sentenza di divorzio, Chaplin li imballò in dodici casse (divisi in cinquecento rulli
nascosti dentro ai barattoli del caffè) e li trafugò fino a Salt Lake City. Qui, in una stanza d’albergo, Chaplin e
Rollie Totheroh montarono il film di nascosto e con un’attrezzatura di fortuna, scegliendo tra oltre duemila
sequenze sparpagliate sopra e sotto i letti, sui mobili e persino in bagno.
Conosciamo anche la storia di Jackie Coogan, che oltre a essere stato forse il più prodigioso dei comprimari
chapliniani, fu l’interruttore che accese l’ispirazione per Il monello: a Chaplin furono sufficienti una manciata di
minuti in cui vide Coogan calcare il palcoscenico dell’Orpheum Theatre per immaginare alcune delle scene
cardine del film e imbastirne la trama.
Sappiamo infine, ma forse tendiamo a dimenticarlo ora che quasi un secolo ci divide da quest’opera, che anche
Il monello, come tutti i film di Chaplin, fu realizzato ‘contro e nonostante’.
Furono in molti a sconsigliargli di avventurarsi su un terreno praticamente inesplorato, in cui farsa, commedia e
melodramma avrebbero dovuto trovare e mantenere un equilibrio credibile per quasi un’ora. Eppure Chaplin si
calò nel registro drammatico con sicurezza e onestà, smorzando la farsa con la poesia e prevenendo l’eccesso di
sentimento con una comicità incontaminata in cui riescono a trovare fluidamente spazio il surreale e l’onirico. Se
è vero, come molti critici hanno sostenuto, che nei suoi film Chaplin non ha fatto altro che rievocare e declinare
l’esperienza e l’umiliazione della povertà e i ripetuti strappi affettivi vissuti da bambino, forse mai, come in Il
monello, il racconto dell’infanzia è apparso tanto sincero e autentico.
Cecilia Cenciarelli
Note di restauro
Restaurato da Cineteca di Bologna presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata. Musica composta da Charles
Chaplin in collaborazione con Eric James restaurata e adattata da Timothy Brock.

SHERLOCK JR.
La palla n° 13, USA, 1924
un film di Buster Keaton
Durata: 45'
Versione del film: Didascalie inglesi con sottotitoli italiani
Sceneggiatura: Jean Havez, Joseph Mitchell, Clyde
Bruckman.
Fotografia: Elgin Lessley, Byron Houck.
Scenografia: Fred Gabourie.
Interpreti: Buster Keaton (il proiezionista / Sherlock
Jr.), Kathryn McGuire (la ragazza), Joe Keaton (il
padre della ragazza / uomo sullo schermo), Erwin
Connelly (il tuttofare / il maggiordomo), Ward Crane
(il ladro).
Produzione: Joseph M. Schenck per Buster Keaton
Production.
Scheda Film
Sherlock Jr. segna l’inizio di un acceso dibattito, che continua ancora oggi, sul carattere surrealista dei film di
Buster Keaton, al quale hanno preso parte registi, filosofi e drammaturghi.
Nel 1924, anno di uscita del film, René Clair scrisse che per il “pubblico surrealista” Sherlock Jr. rappresentava
un modello paragonabile a ciò che per il teatro aveva rappresentato Sei personaggi in cerca d’autore di
Pirandello.
L’uso che Keaton faceva del sogno e dei raccordi – di cui andò sempre molto fiero – fu definito rivoluzionario da
Antonin Artaud e Robert Aron, che nel suo saggio del 1929 intitolato Films de révolte sottolineò come il
surrealismo di Keaton fosse “superiore” a quello di Man Ray e di Luis Buñuel, poiché Keaton era riuscito a
conquistare la libertà espressiva rispettando le regole del cinema narrativo. Lo stesso Buñuel, che dagli inizi del
1930 programmò i film di Keaton al Cineclub Español di Madrid, ne ammirava in particolare l’assenza di
sentimentalismo, la capacità di trasformare gli oggetti e l’uso del sogno.
Negli anni Sessanta, quando i suoi film tornarono in sala, il surrealismo di Keaton fu nuovamente oggetto di
considerazione critica: se il regista greco Ado Kyrou definì Sherlock Jr. “uno dei sogni più belli della storia del
cinema”, il regista, critico e drammaturgo surrealista Robert Benayoun spinse ben oltre i parallelismi tra l’opera
di Keaton e il surrealismo. In due articoli pubblicati nel 1966 su “Positif”, Benayoun indica alcune questioni
estetiche che accomunano Keaton all’opera di René Magritte e Salvador Dalí, ai film di Luis Buñuel e ai quadri
e alle sculture di Marcel Duchamp, Giorgio de Chirico e Francis Picabia. Secondo Benayoun, Keaton condivide
inconsciamente con questi artisti l’interesse per il ‘meccanico’ e l’imperturbabile equilibrio tra “serietà e
comicità”.
Ovviamente nelle interviste Keaton si diceva interessato “solo a far ridere”, ma – come osserva Walter Kerr –
questo non lo rende un teorico del cinema meno brillante, soprattutto in Sherlock Jr.: “nel suo vertiginoso filmdentro-
un-film illustra i principi della continuità e del montaggio in maniera più vivida e precisa di quanto siano
mai riusciti a fare i teorici del cinema. Ma l’analisi non sta nella testa di Keaton. Sta nel film, è al film che
lavorava, e la teoria prendeva forma dal corpo, dalla macchina da presa, dalle dita, da un paio di forbici”.
Cecilia Cenciarelli
Note di restauro
Restaurato nel 2015 da Cineteca di Bologna e Cohen Film Colletion presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata.
Il restauro è stato realizzato a partire da un interpositivo safety di prima generazione proveniente dalla collezione
Cohen, selezionato come migliore per completezza e qualità fotografica dopo lo studio e la comparazione di 14
elementi.

Data

Dal
Al

Organizzatore

Salone Snaporaz - Cinema & Teatro a Cattolica

Luogo e Indirizzo

Cattolica
Piazza Mercato, 15
Salone Snaporaz - Cinema & Teatro a